SEO & Social Media
Facebook at Work
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DATA: 18 Dicembre 2015
La frase che dà il titolo a questo post è stata ripetuta numerose volte nel corso degli anni: appena Google annuncia un cambiamento nell’algoritmo, ecco che rispunta ad alimentare discussioni e topic nei forum.
Perché? Qual è la prima reazione degli uomini di fronte alle novità che non capiscono? Paura, senso di disorientamento. In seconda battuta curiosità, desiderio di comprensione oppure, all’opposto, totale chiusura mentale. Chi usa come risposta “La SEO è morta” a ogni mutamento di Google, rientra secondo me proprio in quest’ultimo concetto. È più facile rifiutare una cosa che all’inizio non si capisce, che cercare di comprenderla mettendosi d’impegno e facendo anche un po’ di fatica.
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[pullquote]La SEO è una disciplina talmente viva e vitale che muta costantemente.[/pullquote] Io penso che in realtà la SEO non sia mai morta, né sia mai stata oggetto di omicidio colposo o intenzionale da parte di quanti lavorano a Palo Alto. Semplicemente la SEO è una disciplina talmente viva e vitale che muta costantemente, e proprio per questa sua natura “fluida” che nell’arco di pochi anni si è già modificata e arricchita grandemente.
Sono lontani i tempi del meta tag keywords riempito all’inverosimile di parole chiave, degli url exact match o delle directories. Oggi la SEO è una disciplina complessa che interagisce e molto spesso dirige gli altri aspetti del digital marketing.
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Il web si è modificato moltissimo negli ultimi 15 anni. Io navigo dal 1997 e ho visto numerosi mutamenti. Indiscutibilmente la SEO si è molto trasformata dai primi anni e questi cambiamenti sono in parte dovuti ai vari aggiornamenti di Google. A loro volta, tuttavia, gli aggiornamenti di Google sono sempre stati rilasciati con un obiettivo ben preciso: consentire agli utenti internet un’esperienza di navigazione sempre più appagante ed efficiente. Ed ecco che andiamo a toccare un tasto che da una motivazione in più a sostegno della continua evoluzione della SEO. La SEO, infatti, deve forzatamente tenere conto degli aggiornamenti di Google, ma deve anche considerare il comportamento degli utenti internet. Io vedo la SEO come al vertice di un triangolo che unisce gli aspetti tecnici e matematici dell’algoritmo di Google, con le intenzioni, gli impulsi e i comportamenti delle persone on line. E non ho utilizzato il termine “persona” a caso, dato che il Marketing Personas è sempre più importante e influente.
Quindi, come può una disciplina che ha a che fare con i comportamenti umani essere morta o a trovarsi in una condizione di staticità? Impossibile.
[Tweet “SEO: come può una disciplina relativa ai comportamenti umani essere morta?”]
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La SEO non è una scienza oscura che cerca di entrare nella mente di chi crea l’algoritmo di Google per “sconfiggerlo”. Personalmente sono contraria a questo tipo di mentalità: sarò anche un’idealista della SEO, ma preferisco un approccio che tenga conto dell’obiettivo finale secondo me più importante: far trovare contenuti di qualità agli utenti. In questo senso capirete bene che la SEO non è frutto di trucchi e inganni, ma di grande lavoro e studio.
Ciò significa che se c’è una caratteristica che chi si occupa di SEO deve avere, è proprio quella di possedere una grande apertura mentale, di avere sempre voglia di mettersi in gioco e di continuare a studiare. Un vero SEO sa che la SEO non morirà mai: sa solo che dovrà studiare sempre durante tutta la sua carriera professionale.
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Quindi ecco che chiudiamo il cerchio:
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